L’esigenza di monitorare i propri parametri, le performance, condividere in rete, sono solo alcune caratteristiche degli sportivi di oggi. Dal runner, al powerlifter (i nemici dell’allenamento cardio), l’esigenza di misurare i risultati dell’attività sportiva è primaria. Fornisce le motivazioni per spingersi oltre i propri limiti, aiuta a prevenire problematiche legate alla salute e consente l’ingresso in comunità virtuali dove allenarsi e scambiare programmi di allenamento. E’ proprio l’industria sportiva a spingere la ricerca allo sviluppo di sistemi in grado di monitorare tutto questo e come spesso accade, ciò che oggi è costoso e a disposizione di pochi, un giorno potrebbe essere disponibile su vasta scala così come già accaduto con gli smartwatch. Analizziamo le 5 wearable technologies più promettenti.
1. Guanti Biometrici
A fare la voce grossa in questo settore è la Formula1. L’azienda Signal Biometrics ha sviluppato un guanto provvisto di sensori medici in grado di raccogliere informazioni sui piloti riguardo il battito cardiaco, l’ossigenazione, frequenza respiratoria, la temperatura e altri parametri per avere un quadro completo sul pilota in qualsiasi momento, soprattutto in caso di incidente. Un aspetto fondamentale infatti è il collegamento dei guanti con la medical car che sarà così in grado di prepararsi all’intervento da eseguire prima di raggiungere il luogo dell’incidente. Le problematiche che gli sviluppatori hanno dovuto superare sono le dimensioni e la composizione dei sensori in quanto quelli esistenti non rispondevano alle esigenze di spazio e resistenza necessarie per essere inseriti nei guanti. Altro problema l’alleggerimento del pacchetto dati da trasferire, le problematiche legate alla portata del bluetooth e le interferenze radio. I guanti hanno superato i test e sono già disponibili per i piloti che non sono ancora però costretti dal regolamento ad utilizzarli.
2. Scarponi da Sci Smart
E’ della startup italiana Wearit con la partnership di Helvetia lo Upski, il rivoluzionario sensore da applicare agli scarponi. E’ in grado di analizzare il livello di abilità dello sciatore misurando la velocità in ingresso e uscita di curva, angolo di piegamento, la simmetria delle gambe, conduzione e tenuta, paramentrando i dati sulla base della scala di valutazione della FISI indicando come migliorare il gesto tecnico. Tutti i dati vengono elaborati dall’APP direttamente sul cellulare mostrando quali movimenti non sono corretti e come migliorarli.
3. Smart T-Shirt
Si chiama Hexoskin ed è nata dalla collaborazione di Nasa e Canadian Space Agency. Si tratta di una maglia con sensori collegati ad un dispositivo bluetooth, estremamente leggera e pratica ha la capacità di registrare molte più metriche rispetto ad un normale activity tracker. Può essere lavata in lavatrice dopo aver rimosso il bluetooth e oltre ai dati biometrici è in grado di monitorare i cicli del sonno, le posizioni assunte mentre si dorme, l’ampiezza dei respiri e quindi la capacità polmonare.
4. Scarpe Intelligenti
I sensori nelle scarpe sono già arrivati da tempo. Possiamo ricordare il Nike+ in grado di comunicare con i vecchi iPod ormai fuori produzione o le Adidas Adizero F50 da calcio provviste di una cavità nella suola dove alloggiare il sensore. Andati in secondo piano rispetto alle più pratiche tecnologie da polso, oggi Under Armour rispolvera il sensore nelle scarpe grazie anche al rinnovato interesse nella misurazione delle prestazioni dato dallo sviluppo di nuove APP molto più precise e performanti.
5. Occhiali Brain-sensing
Il gruppo Safilo ha sviluppato i Lowdown Focus, occhiali forniti di sensori sulla montatura in grado di analizzare l’attività cerebrale e avviare training cognitivi per allenare la mente e fare meditazione consentendo uno stile di vita più sano e meno stressante. Ovviamente collegato via bluetooth con lo smartphone, consentono il monitoraggio cerebrale in tempo reale. Oppure gli Ellcie Healthy Smart, gli occhiali in grado di monitorare i movimenti della testa, gli sbadigli, lo sbattere delle palpebre e anticipare eventuali colpi di sonno emettendo suoni fastidiosi o connettendosi all’autoradio per trasmettere alle casse suoni ad altissimo volume.