Lo scorso 26 febbraio 2021 sono stati approvati cinque decreti legislativi in delega alla legge numero 86 del 2019, tra i quali spicca questa importante novità:
gli atleti dilettanti dal 2022 potranno stipulare contratti di lavoro subordinato o autonomo e avranno diritto all’assicurazione previdenziale e assistenziale a fronte del versamento dei relativi contributi.
Ma cosa cambierà per chi lavora nello sport a seguito della riforma?
L’approvazione dei decreti legislativi proposti lo scorso autunno dall’ex ministro Vincenzo Spadafora completa un lungo percorso di riforma iniziato nell’estate del 2019 e che va a modificare una legge in vigore addirittura dal marzo del 1981.
Tra le novità più rilevanti spicca il riconoscimento di lavoratore sportivo a chi svolge attività sportiva dilettantistica, che prenderà piede nel 2022.
Prima di questa riforma ai dilettanti non veniva attribuito alcun riconoscimento, tant’è che le somme di denaro da loro ricevute per l’attività svolta venivano corrisposte solo come rimborso spese o premio.
Dal 1° luglio del 2022 ad ogni lavoratore sportivo saranno garantite tutele previdenziali e assistenziali, a prescindere dal suo status di professionista o dilettante.
Prima, infatti, lo status di lavoratore sportivo veniva riconosciuto esclusivamente all’atleta professionista che esercitava attività sportiva a pagamento sotto contratto con una società, appunto, professionistica.
Qualsiasi operatore del mondo dello sport, in buona sostanza, dal 1° luglio del 2022 potrà stipulare contratti di lavoro subordinato o autonomo anche in forma di collaborazione continuata e continuativa, in luogo dei precedenti accordi collaborazione privati a cui era obbligato.