Una delle domande che frequentemente si pone un atleta professionista di qualsiasi sport è la seguente: come posso migliorare la mia prestazione sportiva? C’ è qualche elemento che ho trascurato nella preparazione alla mia performance?
Bene, solitamente quando un atleta prova a rispondere a questo quesito finisce per arrovellarsi la testa sconfinando in un campo minato. I dubbi ti assalgono su ogni cosa: sulla dieta, sugli integratori, sulle modalità di allenamento, sulle attrezzature utilizzate, qualsiasi cosa diventa oggetto di riflessione da parte di uno sportivo che non si sente appagato dalla prestazione offerta. Si è alla continua ricerca di quella componente magica, di quel particolare che può farti fare il salto di qualità e portarti ad una serie di vittorie, regalarti la fama di un atleta di successo. E’ proprio la natura dello sportivo che spinge a fare tutto ciò, l’ambizione ed il voler raggiungere degli obiettivi, porta alla continua ricerca della perfetta versione di sé stessi.
Di base il miglior modo per prepararsi ad una gara senza avere rimpianti è quello di allenarsi costantemente e ad alta intensità, è sicuramente la condizione più importante dalla quale partire. Detto ciò, ci sono tutta una serie di elementi che possono incidere sulla prestazione sportiva dell’atleta, una su tutti è la componente mentale che spesso può far pendere l’ago della bilancia in una gara.
Due psicologi clinici statunitensi, Frank Gardner e Zella Moore, hanno dedicato le loro ricerche allo studio della prestazione umana, focalizzandosi soprattutto su quella sportiva. Secondo i risultati delle loro ricerche sono 4 i fattori che sono alla base della prestazione sportiva:
1 – Competenze strumentali: racchiudono una serie di caratteristiche legate a ciascun sportivo come le abilità fisiche, sensomotorie e cognitive. Alcune di queste sono innate, presenti nella natura degli atleti sin dalla nascita, soprattutto in quelli più predisposti e talentuosi. Tuttavia tutte queste qualità sono allenabili e migliorabili grazie al duro lavoro e alla costanza nelle sedute di training.
2 – Stimoli ambientali e caratteristiche della prestazione: in questa categoria rientrano le peculiarità legate ad ogni disciplina sportiva. Ogni sport prevede dei carichi di lavoro differenti nelle sedute di allenamento, lo sviluppo di alcuni muscoli piuttosto di altri, il miglioramento della resistenza, piuttosto che della forza o della rapidità. Ogni disciplina è legata a particolari circostanze, domande e sfide, siano esse di natura competitiva, interpersonale, organizzativa o situazionale, l’atleta deve imparare ad affrontarle. Un maratoneta, ad esempio, sa che durante la gara dovrà gestire la fatica per molte ore, un fighter dovrà convivere con il dolore, uno sciatore dovrà convivere con il freddo e con la pericolosità delle piste che decide di percorrere. Ogni sport porta con sé le proprie peculiarità e le proprie sfide, per affrontarle e vincerle lo sportivo deve prepararsi al meglio lavorando sulle specifiche difficoltà che potrà incontrare durante la sua performance.
3 – Caratteristiche disposizionali: comprendono le caratteristiche specifiche di ciascun atleta, il modo con cui si avvicina alla gara, la sua componente emotiva, lo stato d’ansia prima della performance, lo stile di coping, ovvero le modalità con il quale l’atleta affronta le difficoltà nello sport. Quest’ultimo elemento incide molto nella prestazione sportiva: ci sono atleti che tendono ad evitare le situazioni che potrebbero metterlo in difficoltà e preferiscono rimanere in quella che viene definita la loro comfort zone, facendo cioè quello che gli riesce meglio. Altri invece si esaltano nei momenti di disagio e amano le sfide più difficili, i momenti critici aumentano la loro adrenalina, ciò li spinge a mettere in atto gesti atletici o colpi al di fuori dell’ordinario.
Ci sono poi gli schemi cognitivi e affettivi che incidono molto nella prestazione sportiva, per molti atleti fungono da vero e proprio stimolo durante la gara. Ad esempio ci sono atleti che amano avere il pubblico che li incita e li acclama o altri che, al contrario, sentono la pressione e finiscono per agitarsi e inibirsi. E’ incredibile come lo stesso sport e la stessa cornice di pubblico possa portare degli effetti diversi sugli atleti a seconda del loro carattere, della loro personalità, dei loro schemi cognitivi.
4 – Autoregolazione comportamentale: include tutto l’insieme interconnesso di processi cognitivi, emotivi, fisiologici e comportamentali che sono alla base dei comportamenti finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo. Racchiude tutti i nostri comportamenti, le nostre azioni che ci avvicinano all’evento sportivo: la dieta seguita, le ore di sonno, le modalità di allenamento, le abitudini al di fuori dello sport.
Secondo Gardner e Moore il segreto per performare al meglio è dato dal bilanciamento di questi fattori che incidono di molto nelle gare sportive a qualsiasi livello. Per ottenere successi è importante che le abilità e le competenze di un atleta siano bilanciate rispetto alle sfide sportive che vuole affrontare. Bisogna essere in grado di gestire la componente comportamentale quella psicologica per affrontare al meglio i momenti di difficoltà che inevitabilmente si presentano nella preparazione e nella gara stessa. In quest’ ottica è importante sviluppare schemi cognitivi funzionali in grado di supportare e sostenere lo sportivo verso il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.