Nella mattinata di ieri ci ha lasciati Carla Fracci, vera e propria icona della danza a livello internazionale tanto da essere riconosciuta come una delle ballerine più importanti al mondo. L’étoile della Scala si è spenta ad 84 anni a Milano dopo aver lottato contro un tumore che l’aveva colpita già da tempo.
La Fracci è stata e sarà per sempre un vero patrimonio per la nostra nazione, un’italiana capace di avere successo in tutto il mondo esibendosi nei teatri più prestigiosi a livello internazionale.
La regina della danza è stata un vero e proprio talento nella sua disciplina, a soli 9 anni i suoi genitori la iscrissero alla scuola di danza del Teatro alla Scala dove fu ammessa, per suo stesso dire, grazie al suo bel “faccino”. Poi gli anni del duro lavoro in sala, periodo per niente facile per la giovane ballerina che mal tollerava l’ambiente rigido e i continui rimproveri della sua maestra che la considerava dotata ma svogliata. I sacrifici da fare nel mondo della danza sono tanti, l’impegno fisico e mentale è davvero importante per degli adolescenti ma grazie alla costanza e alla disciplina, i danzatori con maggiore talento riescono ad avere un successo importante. Fu così per la Fracci, grazie allo studio si diplomò nel ’54 e divenne un’étoile, danzando per le compagnie più famose a livello internazionale come il Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet, Royal Swedish Ballet, l’ American Ballet.
Dagli anni ’80 diresse il corpo di ballo del San Carlo a Napoli, poi dell’Arena di Verona, infine dell’Opera di Roma fino al 2010, dando luogo a progetti importanti da un punto di vista artistico, puntando alla crescita e alla formazione delle giovani leve per le quali ha sempre avuto un occhio di riguardo. La sua notorietà artistica si lega principalmente alle sue interpretazioni di ruoli romantici come Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini e soprattutto Giselle, alla quale riuscì a dare un’interpretazione del tutto personale rispetto a quella di altre sue colleghe. In totale la Fracci ha portato in scena oltre 200 personaggi ballando a fianco dei più grandi ballerini come Nureyev, Babilèe, Baryshnikov, Bortoluzzi, Iancu, Bolle e Murru.
“Nel nostro lavoro bisogna essere sempre nuovi e pronti a rimettersi in discussione: io ho danzato centinaia di spettacoli, ho consumato migliaia di scarpine da ballo, ho percorso chilometri e chilometri sul legno del palcoscenico, ho viaggiato moltissimo, ma ogni volta per me è quasi come un debutto”. Queste parole delle Fracci accomunano moltissimo il mondo della danza a quello dello sport.
Se la danza rimane una forma d’arte che in parte si distanzia rispetto alle classiche discipline sportive, in egual mondo i due mondi hanno dei punti in comune. La disciplina, il sudore, il sacrificio e la perseveranza sono gli stessi elementi imprescindibili per un danzatore, così come per lo sportivo, per raggiungere il massimo livello possibile.
Il miglioramento deve essere giornaliero ed è frutto delle tantissime ore passate in sala piuttosto che in palestra, in un campo da gioco o un palasport. Spesso quando si è giovani non si capisce il valore di tutto quel sacrificio, nel “dover fare una vita diversa” rispetto ai coetanei, nel privarsi della spensieratezza di quegli anni. Solo chi ha la forza di non mollare ed il giusto talento alla fine arriva, lo dimostra la carriera di Carla Fracci e di tantissimi sportivi che poi raggiungono un successo importante a livello mondiale.
Alle spalle del successo c’è il tanto lavoro ed un altro grande insegnamento della Fracci è quello di non sentirsi mai arrivati, di mettersi sempre in discussione e cercare di essere sempre nuovi, come lei stessa dice, perché per rimanere a quei livelli lì è importante continuare a non accontentarsi mai. La passione in ciò che si fa è sempre la stessa ed è questa a far si che dopo una lunghissima carriera nei teatri di tutto il mondo, l’ultimo spettacolo sia in grado di regalarti le stesse sensazioni del primo, del tuo debutto.
Sono le stesse sensazioni che hanno gli sportivi di successo quando spesso raccontano che, nonostante l’aver gareggiato per tantissimi anni ed aver un bagaglio di esperienza importante, ogni gara, ogni partita, porta con sé quell’ansia e quella tensione identica al match del loro debutto.
La stessa Carla Fracci ha ammesso in un’intervista nell’ambito degli Undicesimi Campionati Italiani di Danza Sportiva: “La danza e lo sport hanno diversi punti in comune, io li amo entrambi”.
Una passione, quella per lo sport, dovuta alla sua amicizia con Margherita Hack con la quale in gioventù giocava a pallavolo e praticava altre discipline come la pallacanestro e l’atletica. Anche il calcio attirava le attenzioni della Fracci, tifosissima del Milan, grazie alla passione per i colori rosso-neri trasmessole dal padre. I suoi idoli sportivi erano il calciatore Gianni Rivera e di ciclisti Coppi e Bartali.
Carla Fracci ha dunque rappresentato anche un punto di contatto tra il mondo della danza e quello dello sport, anche in quest’ottica ha dato un contributo unico sostenendo che la danza può essere considerata per alcuni punti uno sport, conservando però le peculiarità di una disciplina artistica basata sull’espressività, sull’estetica, sulla bellezza e sulla creatività, oltre che sull’allenamento fisico.
Ieri se ne è andata la più grande ballerina italiana di tutti i tempi, una donna dall’innata bravura ed eleganza, capace di rendere reale la storia fiabesca della figlia del tranviere che con talento, ostinazione e lavoro diventa la più famosa ballerina del mondo. Il suo percorso professionale ha ispirato generazioni di giovani non solo nel mondo della danza ma anche in quello dello sport.
Addio alla grande étoile Carla Fracci, la sua arte avrà vita eterna.