Gli esseri umani hanno da sempre costruito con materiali come mattoni, malta, acciaio o vetro, ma anche utilizzato più recentemente la fibra di carbonio e plastica che hanno avuto un impatto forte e negativo sul pianeta. Si può fare meglio? E’ giunto il momento di trovare la risposta a questa domanda.
Bisogna trovare una nuova strada da seguire, apportare enormi cambiamenti su vasta scala. Neri Oxman è un eccellenza nel campo della bioarchitettura, impegnata nel trovare materiali in natura che sostituiscano quelli attualmente utilizzati con impatto ecologico negativo osservando gli elementi fino agli atomi che li compongono. Specializzata in architettura, l’israeliana Neri è anche medico e insegnante all’MIT. Questo spinge le frontiere del design in avanti, i nuovi progettisti dovranno essere in grado di fondere diverse conoscenze per poter realizzare opere innovative, ma allo stesso tempo sostenibili, se necessario, creando nuovi elementi sostituendosi in parte alla natura.
“Per costruire in grande, bisogna pensare in piccolo”. Si va verso una nuova coscienza che si separi definitivamente da quella sviluppata nell’età industriale fatta di produzioni dal forte impatto inquinante, sviluppo di materiali in grado di soddisfare singoli bisogni come il vetro per le finestre o i mattoni per i muri. La nuova idea è quella di lasciarsi ispirare dalla natura, emulando quello che avviene nel mondo animale o vegetale. Ad esempio, tra i nuovi progetti c’è la costruzione per lo Smithsonian di New York di una struttura bio compatibile creata con materiali presenti in natura come la Chetina presente nei gusci di gamberetti e nei crostacei o la Peptina presente nei limoni o nelle bucce della mela. L’obiettivo è quello di sostituire interamente la plastica.
Spesso è necessario percorrere decine di progetti che si rivelano sbagliati, ma solo dagli errori si riescono a trarre le giuste indicazioni per performare l’idea giusta. Secondo la Oxman occorre pensare 50 anni nel futuro, definendo ciò che è attualmente applicabile, già passato. Coniugare arte, ingegneria, design e scienza è un obiettivo ambizioso che costituisce il vero motore della ricerca, il MIT l’Istituto di tecnologia del Massachusetts è il luogo dove tutto prende forma. Lo staff di scienziati e ricercatori è veramente vasto e assortito. L’idea è quella di pensare fuori dagli schemi e separarsi dai vecchi concetti, trovare nuove tecnologie in grado di restituire un mondo più sano e vivibile, ecologicamente protetto, senza rinunciare all’estetica.
Tra i progetti incredibili supervisionati da Neri c’è il Silk Pavilion, una cupola di 3 metri di diametro ricoperta da 6500 bachi da seta. Dopo aver costruito l’intelaiatura, i bachi sono stati adagiati su di essa e lasciati liberi di tessere la seta. Questo per studiare ed imitare il processo naturale e trarre spunto per nuove costruzioni, ma non solo. Solitamente per estrarre la seta si uccide l’insetto, nel progetto dell’MIT ha preso vita un vero e proprio momento di coabitazione funzionale tra uomo e animale.
Nel 2017 è stata costruita la Glass II, una stampante molto particolare in gradi di eseguire stampe in vetro. L’opera creata con questa tecnologia è stata esposta durante la Milano Design Week. Ma i risultati di questo passo in avanti possiamo trovarli nel quotidiano. Stampare lenti ottiche o finestre in grado di gestire l’irraggiamento solare sono solo alcuni dei risvolti possibili.
Tutta la plastica oggi può essere sostituita da bio polimeri e si cercano quelli in grado di decomporsi completamente. Il verbo utilizzato è “NATURARE”, nel senso di creare, rendendolo naturale, sostenibile, bio degradabile, qualcosa ispirato completamente alla natura. Neri Oxman cerca di ispirare e tornare ad un sano equilibrio con la terra.