Lo sport ricopre da sempre un ruolo di primaria importanza nella vita di tutti noi, non soltanto fa bene al nostro corpo contribuendo ad uno sviluppo fisico sin dall’età adolescenziale ma, allargando il discorso, risulta decisivo nella nostra formazione caratteriale, culturale, sociale e familiare grazie alla sua funzione educativa.
Entrare a far parte di un team o praticare qualsivoglia sport individuale a livello agonistico, permette una crescita importante anche sotto il punto di vista della personalità e della disciplina. Imporsi un obiettivo da raggiungere a livello sportivo presuppone infatti impegno, costanza e serietà, valori importanti nella vita di tutti i giorni. Per questo motivo occorre sottolineare il ruolo educativo dello sport poiché forma le persone in quanto tali, prima ancora degli atleti.
Lo sport dunque incide sullo sviluppo della personalità dei giovani in quanto la sua azione ricade su quattro specifiche aree, diverse e distinte ma continuamente comunicanti e interattive: l’area cognitiva, l’area affettiva, l’aria percettiva, l’aria motoria. L’attività fisica è dunque in grado di stimolare lo sviluppo dell’area motoria ma allo stesso tempo permette di migliorarsi nella capacità di riconoscere le proprie potenzialità attraverso l’area cognitiva e di sviluppare contemporaneamente collaborazione, amicizia e sostegno con gli altri, attraverso l’area affettiva e percettiva.
L’area cognitiva riguarda l’intelletto e la capacità delle persone di pensare e immagazzinare informazioni provenienti dal proprio corpo. Pertanto quando un atleta meccanizza un determinato gesto sportivo e prende coscienza di ciò che sta facendo, sta operando prevalentemente a livello dell’area cognitiva.
In quest’area si sviluppa quella che viene definita l’intelligenza corporea che è il prodotto dell’interazione tra:
-l’intelligenza spaziale che permette all’atleta di sapersi orientare all’interno del campo, struttura da gioco e di prendere coscienza del posizionamento di alcuni oggetti all’interno di questo spazio.
-l’intelligenza cinestetica che guida la fluidità di movimento dello sportivo
-l’intelligenza interpersonale e relazionale che consente di elaborare la posizione dei propri compagni di squadra e degli avversari rispetto la propria.
L’area affettiva rappresenta invece la capacità di provare ed esprimere emozioni liberamente. Quest’area influenza direttamente le azioni ed il modo di affrontare le situazioni: piacere, paura, ansia, gioia sono aspetti dell’emotività da gestire nel migliore dei modi perché influenzano il comportamento delle persone all’interno di un gruppo.
All’interno di quest’area si sviluppa l’intelligenza emotiva che permette, per l’appunto, di controllare le proprie emozioni e sentimenti e di conseguenza gestire al meglio le situazioni che si sviluppano con gli altri.
L’area motoria riguarda il corpo dello sportivo e la capacità di percepire in modo adeguato il proprio fisico e di esprimersi attraverso il movimento del corpo. In quest’area si sviluppano i primi schemi motori di base per arrivare poi in tempi successivi alla strutturazione delle abilità motorie e sportive. A guidare quest’evoluzione percettiva c’ è il cosìdetto “Cervello associativo” che si posiziona tra il cervello motorio e sensitivo. Il cervello associativo elabora gli stimoli sensoriali per trasformarli in risposte motorie.
L’area sociale sviluppa la capacità di relazionarsi con i compagni e gli altri componenti del gruppo squadra o dello staff tecnico, definendo i meccanismi di interazione ed integrazione con essi. Tali interazioni rendono bene l’idea di come l’attività motoria e sportiva non sia una semplice attività del corpo ma anche della mente perché in ogni gesto viene espressa una specifica relazione personale con chi ci circonda. Il team infatti rappresenta un gruppo sociale particolare perché richiede l’importante capacità individuale dell’imparare a stare insieme collaborando e coordinandosi, al fine di ottimizzare un processo di integrazione in cui si esaltino le caratteristiche individuali ma al tempo stesso si rafforzi il sentimento del “noi”. Infatti la costruzione di un gruppo si basa su un’operazione cognitiva individuale basata sul pensare in comune, sul pensare da squadra.
Lo sport ha dunque un ruolo fondamentale nello sviluppo fisico-motorio ma anche caratteriale dei giovani perché contribuisce, attraverso queste quattro aree, alla formazione e alla gestione:
-della conoscenza del proprio corpo
-della vita di gruppo favorendo il team building (lavoro di squadra). In molti casi lo sportivo passa da una visione ed una mentalità individuale ad una collettiva dove si rafforza il concetto di collaborazione e condivisione tra individui
-dell’autostima, gli sportivi generalmente imparano a gestire le proprie risorse ed il proprio talento e credono di più nelle proprie capacità e potenzialità
-dei successi e delle sconfitte. Al di là dello sport, vincere o perdere sono costanti in cui ci imbattiamo in tutta la vita, lo sportivo impara sin da giovane a controllare le emozioni e a non farsi sopraffare dalle sconfitte e dagli insuccessi.
Lo sport aiuta a reagire nei momenti di difficoltà e ci insegna che una sconfitta può essere l’inizio di una vittoria.
-del benessere fisico e mentale in tutte le attività della vita, è statisticamente provato infatti che le persone che praticano attività fisica con costanza vivono meglio e più a lungo.
-delle forme di aggregazione e di amicizia. La squadra per uno sportivo diventa come una seconda famiglia diventando espressione di una coralità di ruoli e competenze dove alla base di tutto c’è un forte senso di rispetto reciproco tra i componenti.
-della timidezza. Lo sport forgia il carattere ed è addirittura in grado di modificarlo diventando fondamentale per le persone che soffrono di introversia, insicurezza e timidezza.
-della cultura sportiva basata su principi come la lealtà, l’onestà ed il rispetto.