Gli atleti di alto livello sono spesso impeccabili da un punto di vista comportamentale, adottano atteggiamenti corretti e tendono a rispettare quello che può essere definito un vero e proprio codice etico del mondo dello sport. L’ immagine del professionista è infatti quasi sempre pulita e positiva, legata ai principi di lealtà e rispetto verso l’avversario e nei confronti dei propri supporters verso i quali sviluppano un forte senso di responsabilità, soprattutto verso i più giovani.
L’atleta infatti deve essere veicolo di un messaggio positivo, far da esempio ai tanti adolescenti che lo idolatrano e che pendono dalle sue gesta, non solo sportive ma anche inerenti la vita quotidiana. Ma è davvero così? Tutti i campioni sono davvero fonte di ispirazione per il loro stile di vita ed il loro modo di vivere lo sport? Beh non proprio, c’è un buon numero di sportivi dai quali prendere esempio sarebbe davvero una cosa sbagliata.
Sono i così detti “Bad boys”, spesso talentuosi nella loro disciplina e vincenti sul campo ma contornati da uno stile di vita sfrenato e senza limiti. Atleti inadeguati a rispettare le regole e spesso non ligi ai propri doveri da atleti professionisti, soprattutto nella vita privata. Utilizzo di sostanze illecite, scorrettezze sul ring, sul campo da gioco o sul circuito, pasticci e gaffe memorabili nella propria quotidianità. Ecco gli sportivi più cattivi e indisciplinati di sempre:
MARIO BALOTELLI
Il calciatore azzurro ha in parte rovinato la sua carriera per dei comportamenti ed atteggiamenti sbagliati sia dentro che fuori dal campo, rendendosi protagonista di litigi con allenatori, compagni e club. Fin da giovane ha messo in mostra un talento cristallino, tecnica e velocità abbinate ad una strapotenza fisica, avrebbero davvero potuto renderlo un top player a livello mondiale. Le prime stagioni all’ Inter sono molto positive, “Balo” dimostra di essere un vero e proprio enfant prodige, poi però nel corso degli anni comincia a mostrare quei lati negativi del suo carattere che lo accompagneranno durante la sua carriera. Presuntuoso, irascibile e scontroso nei confronti degli allenatori, Mario smette definitivamente di avere la testa sulle spalle, va a giocare in Inghilterra ma anche qua si fa notare più che per le sue doti calcistiche, per gli atteggiamenti sbagliati durante le amichevoli, per gli scherzi di cattivo gusto con i più giovani e per il tanto gossip. La sua arroganza e strafottenza nei confronti di tutto e tutti lo hanno trasformato in un vero e proprio bad boys.
DIEGO ARMANDO MARADONA
Il vero e proprio mito del mondo del calcio, scomparso tra le lacrime e la commozione dei fans di questo sport, pochi mesi fa. Diego calcisticamente parlando non aveva eguali, ha scritto davvero la storia del pallone diventando una vera e propria icona a Napoli, un mito da idolatrare di generazione in generazione. Purtroppo però il suo stile di vita al di fuori del campo erboso, anche nel post carriera, non era assolutamente da imitare: quasi sempre in sovrappeso, dipendente dalla cocaina e dall’alcool, amante delle belle donne tanto da avere figli illegittimi sparsi in tutto il mondo. Diego ha condotto una vita spericolata vantando anche amicizie con i boss della Camorra napoletana, troppi eccessi che hanno sporcato l’immagine di un calciatore davvero fenomenale e senza possibilità di paragone.
ROMANO FENATI
Il pilota motociclistico nativo di Ascoli Piceno si è reso protagonista di un paio di episodi davvero gravi nel mondo della Moto 2. Durante la gara di Misano del 9 Settembre 2018 si rende autore di un gesto assurdo, qualcosa che ancora non si era mai visto all’interno di una gara motociclistica. In pieno rettilineo e a oltre 200 km/h, Fenati affiancò Stefano Manzi e si sporse dalla sua moto per pinzare i freni dell’avversario. Un gesto pericolosissimo, che venne punito con la bandiera nera della squalifica immediata. Un comportamento antisportivo, inqualificabile, pericoloso e dannoso per l’immagine di tutti, compresa la sua scuderia che decise di stracciargli il contratto. Il gesto fu così grave che in seguito arrivò anche l’esposto del Codacons alla procura di Rimini per tentato omicidio, oltre alla sospensione della licenza come pilota. Considerato da giovane uno dei piloti italiani più talentuosi dell’intero circuito, tanto da aver attirato subito le attenzioni di alcune scuderie importanti che avevano deciso fortemente di investire su di lui, l’ascolano dimostrò subito di avere un carattere ingestibile. Spesso protagonista di baruffe e litigi in pista, nei momenti di tensione tirava fuori il peggio di sé come quando nel warm up del GP d’Argentina scalciò il pilota finlandese Niklas Ajo. Per questo motivo la sua carriera è stata contornata da alti e bassi, davvero un peccato per le sue qualità in sella.
LANCE ARMSTRONG
Uno dei ciclisti più famosi al mondo, vincitore di 7 Tour de France, poi revocategli per utilizzo di doping, come da lui stesso ammesso negli ultimi anni. L’americano è stato sempre nell’occhio del ciclone a livello mediatico per la sua voglia di strafare, di dimostrare di essere il più forte di tutti in sella alla bici, anche a costo di far uso di mezzi e sostanze illecite. Fin da quando era piccolo alle gare di triathlon era il più sbruffone di tutti, prendeva in giro i più scarsi, li irrideva. Non solo vinceva, ma infieriva sugli “inferiori”, i pappamolla, gli smidollati, quelli che erano rimasti indietro, perché non avevano sputato sangue e non avevano avuto coraggio come lui. Dal suo punto di vista erano degli inetti, sportivi non in grado di confrontarsi con lui.
La battaglia contro il cancro ai testicoli e la successiva vittoria al Tour de France, fece nascere il mito dell’atleta capace ancora di vincere e confermarsi ad altissimi livelli nonostante il tumore. Ma questa bella favola venne poi spezzata nel 2012 quando l’USADA, l’agenzia antidoping USA lo squalifica a vita per doping, revocandogli tutti i risultati sportivi ottenuti dal 1998 in poi. La storia recente è contornata dall’accusa di aver utilizzato un piccolo motore sulla sua bici per poter andare più veloce, un dispositivo di appena 800 g che avrebbe prodotto 500 W di potenza. Ancora accuse infamanti che hanno rovinato ulteriormente la fama di colui che era considerato un vero e proprio mito del ciclismo.
MYKE TYSON
Spesso gli sportivi provenienti dalla boxe e dagli sport da combattimento sviluppano una grande educazione verso quello che può essere definito un conflitto leale con l’utilizzo di colpi previsti dalla disciplina. Tyson al contrario, secondo un sondaggio effettuato dalla Grant’s Scotch Whisky, è lo sportivo più scorretto del pianeta. L’episodio più infamante lo mette in atto nel 1997 quando, durante l’incontro per il titolo mondiale dei pesi massimi, morde l’orecchio di Evander Holyfield, staccandone parte della cartilagine.
Anche definito Iron Mike, il pugile ha ammesso di aver avuto una dipendenza da droga e alcool, è stato inoltre accusato di abusi sessuali e violenza domestica e definito uno dei più cruenti e scorretti pugili di sempre.