Il periodo a cavallo di marzo e aprile vede andare in scena uno dei capitoli sportivi più emozionanti del pianeta: la “MARCH MADNESS”. Si tratta del campionato di basket universitario americano, targato NCAA, che vede le migliori università sfidarsi nel tabellone finale per decretare il campione nazionale. La pandemia da Covid-19 ha modificato leggermente il regolamento che necessita di una maggiore flessibilità, ma in condizioni normali l’organizzazione vede le oltre 300 università partecipanti, divise in 32 division darsi battaglia prima a livello interzonale per poi qualificarsi al tabellone finale. Le division sono ad iscrizione con accordi privati tra le università e i singoli enti organizzatori. Tra queste, le division più prestigiose sono 6 dette major conference (Big East, Big Twelve, Big Ten, ACC, SEC, PAC-12). Le 32 prime classificate delle division si qualificano alla fase finale insieme ad altre squadre che vengono invitate sulla base di meriti sportivi (le conference maggiori ricevono un numero superiori di inviti).
Le squadre che si qualificano dopo il primo weekend entrano nelle “sweet sixteen”, chi supera il turno successivo entra tra le “elite eight”, fino a giungere al weekend finale, quello del sogno delle “Final Four”. La copertura mediatica è impressionante. Tutto il torneo viene coperto dalle principali emittenti televisive come CBS, TBS, TNT, truTV, NBC.
Non si tratta di semplice basket. La penetrazione culturale è totale, la sana follia sportiva genera eventi paralleli alla manifestazione giocata che suscitano interesse maggiore del risultato sportivo. Forse la storia più incredibile riguarda l’università di Duke con la sua K-ville. Si trova nel North Carolina a Durham, un complesso che ospita circa 13.000 studenti ed ha una delle squadre di basket universitario più titolate della rassegna. Il loro campo di gioco si chiama Cameron Indoor Stadium e può ospitare circa 10.000 “Cameron Crazies”, questo il nome dei fan famosi per un assordante tifo durante le partite.
La storia incredibile però riguarda ciò che avviene fuori dall’impianto prima delle partite più importanti della stagione e in particolare prima del derbissimo contro i North Carolina Tar Heels di Chapel Hill, la storica università di Michael Jordan. Infatti nelle 8 settimane antecedenti alla gara gli studenti sono soliti accamparsi in tende fuori dal Cameron per aggiudicarsi i migliori posti all’interno dell’impianto che apre agli spettatori 90 minuti prima della gara.
Usanza nata per gioco nel 1986 quando una dozzina di amici decisero di accamparsi due giorni prima della gara in una tenda. Furono notati da altri studenti che tramite passa parola si riunirono in brevissimo tempo creando un accampamento di più di 70 tende. Oggi sono un migliaio i ragazzi che rimangono accampati per mesi fuori l’ingresso, tanto che l’università ha regolamentato l’afflusso e la permanenza all’accampamento. Per avere diritto a mantenere la posizione acquisita le tende devono ospitare massimo 12 persone e durante i controlli a sorpresa devono essere sempre piantonate da 2 persone di giorno e 10 persone di notte che devono quindi dormire sul posto. Se durante i controlli non si rispettano questi parametri, la tenda viene retrocessa in fondo alla fila rischiando di rimanere esclusa all’apertura dei cancelli per la partita a causa del raggiungimento della capienza massima.
La tendopoli è stata ribattezzata Krzyzewskiville in onore del loro allenatore, l’icona mondiale e capo allenatore della nazionale USA di basket, Mike Krzyzewski il quale a volte organizza riunioni tecniche con la squadra nella tendopoli e talvolta offre la pizza ai ragazzi accampati come ringraziamento per il loro sostegno. L’università ha dotato i lampioni di ripetitori wi-fi gratuito per consentire agli studenti di portare avanti la didattica. La tenda più antica di K-ville è la Das Boot della quale si possono vedere brevi clip anche su youtube. Un modo per entrare per primi nello stadium il giorno della partita è quello di vincere la gara da metà campo tra gli abitanti delle tende supervisionata dai giocatori della squadra, i Blue Devils. Tutto magicamente incredibile.